La guerra delle Falkland

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Per chi non lo sapesse, tutto il territorio su cui si sviluppa l’arcipelago delle isole Falkland non si limita alla sola area in cui esso si estende, ma include altri due arcipelaghi che sono quello delle isole Sandwich Australi e quello della Georgia del Sud. Le Falkland si trovano ad Est dell’Argentina, nella parte costiera meridionale per la precisione, un territorio prima occupato dai francesi nel 1764, poi passato alla Spagna nel 1767, e poi definitivamente agli inglesi nel 1833.

Ritenuto di grande importanza strategica, il territorio delle isole Falkland è sempre stato oggetto di dispute e guerre sin da quando fu scoperto, evento di cui ancora oggi non si hanno notizie certe; esistono soltanto alcune ipotesi circa la datazione storica della scoperta delle isole Falkland, prima si parla di un avvistamento dell’arcipelago da parte del navigatore portoghese Esteban Gomez, poi della sua annotazione sulle carte nautiche, avvenuta per mano dei due esploratori inglesi John Davis e Richard Hawkins, fino a giungere al 1690, anno in cui il marinaio britannico John Strong vi mise piede per la prima volta dando loro il nome di isole Falkland, in onore del Vº Visconte di Falkland.

Ambientazione storica

Prima di essere colonizzato dai britannici, il territorio dell’arcipelago delle Falkland, e con esso anche quello delle isole Sandwich Australi e della Georgia del Sud, era presidiato dalle truppe argentine facenti capo all’allora Governatore Don Josè Maria Pinedo, destituito ed allontanato dagli inglesi quando colonizzarono definitivamente tutta l’area nel 1839. Nel 1843 poi iniziarono le opere di edificazione della città che fu scelta come capoluogo, Port Stanley, e la Royal Navy stabilì su tutto il territorio una base navale di grandissima importanza strategica.

L’Argentina però, che nel frattempo aveva tentato invano per vie diplomatiche di riaccaparrarsi quei territori un tempo suoi, covava da tempo una grande voglia di riprendersi le Falkland con la forza, visto che gli inglesi l’avevano addirittura snobbata ritenendola insufficientemente preparata per un’eventuale invasione. Fu così che il 2 Aprile del 1982 il politico e generale argentino Leopoldo Galtieri diede alle sue truppe l’ordine di invadere le Falkland, atto che segnò l’inizio di una dura guerra che andrà avanti per tre mesi.

L’attacco argentino alle Falkland

All’1,30 del 2 Aprile 1982, agli ordini del capitano di corvetta Guillermo Sanchez Sabarots, le truppe d’avanguardia argentine sbarcarono a Moody Brook, mentre nello stesso momento in cui quelle dell’altro capitano di corvetta Pedro Giachino avanzavano verso Port Stanley per occupare la residenza del Governatore e farlo prigioniero. Gli inglesi però, che nel frattempo avevano avuto una soffiata dell’imminente irruzione argentina, avevano già evacuato le zone a rischio, lasciando in questo modo la vittoria del primo round ai sudamericani, che poco a poco si insediarono nell’arcipelago.

La città di Port Stanley fu ribattezzata col nome di Puerto Argentino, lo spagnolo diventò la lingua ufficiale del luogo, e si riordinò anche tutta la segnaletica stradale, concepita in principio per vetture inglesi con la guida a destra; diciamo pure che gli abitanti del posto espressero in più di un’occasione la loro volontà di essere inglesi, ed anche se gli argentini riconquistarono i territori, il malcontento già serpeggiava.

L’arcipelago è riconquistato dagli inglesi

Le operazioni militari di riconquista dei territori ormai in mano degli argentini iniziarono il 21 Aprile, e fu in quell’occasione che gli inglesi misero a nudo la pochezza delle guarnigioni dei sudamericani; poco alla volta le truppe della Royal Navy iniziarono a fare piazza pulita occupando tutti i presìdi nemici, primo tra tutti quelli presenti nella Georgia del Sud, primo territorio a ritornare in mano inglese, seguito a ruota dalla Georgia del Sud ed infine dall’arcipelago delle Falkland.

Ci furono attacchi aerei ed operazioni speciali, e furono utilizzati mezzi militari che probabilmente gli argentini neppure conoscevano; fatto sta che in meno di tre mesi l’arcipelago tornò completamente sotto il dominio dei britannici, che nel 1983 conferirono agli abitanti del posto lo status di cittadini britannici, anche se ancora oggi l’Argentina continua a reclamare i suoi diritti sul territorio, oggi tuttavia colonia inglese libera facente parte della lista delle Nazioni Unite dei Territori non Autonomi.